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Visualizzazione dei post da ottobre, 2025

🗑 Le parole che non servono più

Scrivere è anche saper togliere. Come in amore, come nella vita. Ci sono parole che non servono, ma restano lì, come foglie secche su una frase che aveva già detto tutto. Parole tappabuchi, abitudinarie, riempitive: comunque, praticamente, in qualche modo, davvero, forse, poi, tipo. Le scriviamo per paura del silenzio, per non lasciare nuda una frase che ci sembra fragile. Ma la verità è che una frase nuda, se è vera, regge meglio di mille avverbi in giacca e cravatta. Ogni parola ha un peso, e più le accumuli, più la pagina si piega. Scrivere non è dire tutto, è scegliere cosa merita di essere detto. Il resto, come certi amori, certi rimpianti, certe giustificazioni... si può lasciare andare. La scrittura respira quando smetti di voler spiegare tutto. Quando lasci che una parola sola tenga in piedi una riga, un ricordo, un battito. Perché a volte, togliendo, la voce resta più chiara. Esercizio : Rileggi un tuo testo e taglia ogni comunque, praticamente, in realtà, tipo. Poi rileggilo ...

✒️ Quello che nessun altro può

  Il ruolo dello scrittore non è quello di dire quello che tutti gli altri possono, ma quello che nessun altro può o dovrebbe. — Anaïs Nin Essere scrittori non significa raccontare di più, ma vedere diversamente. Scovare lo straordinario nell’ordinario, ascoltare la musica nascosta dentro una frase che per tutti è solo rumore. Lo scrittore non parla per riempire il silenzio, ma per illuminarlo. Scava nelle parole fino a trovarci un fondo, o almeno un riflesso. E quando lo trova, lo mostra, anche se brucia, anche se non è bello, anche se nessuno gliel’ha chiesto. Scrivere è questo: dire ciò che nessun altro può, non perché siamo migliori, ma perché non possiamo far finta di non averlo visto. 📖 Esercizio :  scegli una cosa banale: una tazza, una pioggia, una mano. Descrivila come se fosse la prima volta che  vedi una quell'oggetto. Come se da quella piccola cosa dipendesse il senso di tutto.