🧹✍️ La fatica di iniziare

 

Fatica di cominciare


Come andare in palestra. Come fare le pulizie. Come scrivere.


Scrivere è faticoso, sì.

Ma la parte più dura è sempre prima.

Quel momento lì, che può durare dieci minuti o dieci giorni, in cui ti dici:

“Dovrei scrivere.”

Ma non scrivi.


È come quando devi andare in palestra.

Lo sai che poi ti sentirai meglio.

Che non ti pentirai mai di esserci andato, solo di non esserci andato prima.

Eppure rimandi.

Trovi una scusa, un cuscino, un biscotto.


O come quando devi fare le pulizie.

All’inizio tutto ti sembra troppo.

Poi cominci a spolverare un angolo.

Poi un altro.

E a un certo punto ti ritrovi che stai cantando mentre lavi il lavandino.

Non perché ti piaccia.

Ma perché hai cominciato.


Anche scrivere è così.

Serve un piccolo rituale di ingresso.

Accendere una candela.

Chiudere le notifiche.

Aprire il file.

Fissarlo dieci minuti.

Scrivere una frase orrenda, solo per sporcare la pagina.

Solo per rompere il bianco.


L’inizio è il momento più fragile.

Perché lì ci sono tutte le paure:

di non avere idee,

di non essere all’altezza,

di fallire ancora prima di cominciare.


Ma la verità è questa: non devi sentirti ispirato.

Devi solo sederti e iniziare.

Il resto, l’ispirazione, la voce, le parole giuste, arriva dopo.

Sempre dopo.


Come il fiato dopo i primi chilometri.

Come la soddisfazione dopo aver lavato tutto.

Come la pagina piena dopo che hai avuto il coraggio di scriverne una vuota.



“Puoi modificare una bozza scadente. Ma non puoi modificare una pagina vuota.”
...

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