✍️ Scrivere quando non ce la fai
(e farlo lo stesso)
Scrivere quando sei ispirato è facile.
Scrivere quando sei in pace, pure.
Ma quando sei stanco, quando non ne hai voglia, quando la testa è piena di altro — lì si gioca la partita vera.
A volte arrivo alla sera che non voglio nemmeno parlare. Figuriamoci scrivere.
Eppure lo faccio.
Non sempre bene, non sempre tutto. Ma lo faccio.
Magari solo una frase.
Una nota sul telefono.
Una bestemmia poetica contro il mondo.
Perché scrivere non è una scelta elegante.
È una forma di resistenza.
Scrivere mentre la casa dorme.
Scrivere in piedi, aspettando il treno.
Scrivere mentre lotti con te stesso che ti dice "non serve, non vale, non uscirà mai niente di buono".
E invece qualcosa esce.
Sempre.
Anche se è storto.
Anche se lo butterai.
Anche se ti dirai “che schifo”.
Scrivere quando non puoi è il modo più sincero per dirti:
"Tu ci sei. Ancora."
Non ci sono trucchi.
Solo carta. O schermo. O un muro, se serve.
Ma qualcosa da scrivere, c’è sempre.
📝 ESERCIZIO
Scrivi tre righe adesso, anche se non ne hai voglia.
Su come ti senti. Su cosa ti manca. Su cosa vorresti spaccare o abbracciare.
Non dev’essere bello. Solo vero.
Falle uscire. E poi riposa.
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