🧸 Scrivere per tornare bambini (e magari restarci)
Da piccoli si scriveva per il gusto di farlo.
Perché un giorno ti svegliavi e volevi raccontare la storia di un leone e la sua amicizia con un frigorifero da picnic.
O di un astronauta che si era perso al supermercato.
O di una maestra che di notte si trasformava in pipistrello.
E nessuno ti diceva che era “poco credibile”.
Anzi, ti davano pure un bel “bravo” e i soldi per un pacchetto di figurine.
Poi siamo cresciuti.
E la scrittura è diventata una cosa seria.
Con la punteggiatura, lo stile, il pubblico da immaginare.
E intanto, il nostro drago con l’asma ha smesso di sputare fuoco.
Ecco, scrivere per guarire significa anche questo:
tornare a quando le storie non dovevano servire a niente.
Solo a divertirti. A sentirti leggero. A inventare mondi migliori.
Non c’è cura più dolce che ridere con le parole.
📝 ESERCIZIO
Scrivi una storia assurda, tenera, buffa.
Con almeno: un animale parlante, un oggetto animato e un bambino che salva il mondo (o almeno il quartiere).
Non chiederti “ha senso?”
Chiediti: mi sto divertendo?
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