🕯️ Il momento giusto



Sarebbe bello.

Scrivere al tramonto, con una stilografica in mano, davanti a uno scrittoio di legno scuro. Una candela accesa. Il rumore delle onde sulla scogliera. L'incenso che sale piano e la mente che si apre. Uno spritz. Sarebbe tutto molto romantico.

Ma noi non viviamo in una pubblicità.
Noi scriviamo dopo il lavoro, con le mani doloranti, gli occhi stanchi, la testa che fa ancora il turno del giorno.
Noi non abbiamo tempo.

E allora, quando arriva un’idea — una scena, una voce, una frase che ti vibra addosso — la devi prendere al volo. Subito. Perché svanisce. Perché non ti aspetta.
Le intuizioni non suonano il campanello. Non chiedono permesso. E se non le fermi, se non le scrivi, se ne vanno. E non tornano più.

Ci vuole poco. Uno smartphone in tasca. Una nota vocale. O un’app qualsiasi. Io uso Pure Writer: è pulita, senza distrazioni, e salva tutto. Non ha mille funzioni. Ma ha lo spazio bianco. E basta quello.

Bisogna essere pratici.
Noi siamo scrittori senza tempo: nel senso che non ne abbiamo.
E quindi lo dobbiamo cogliere. Rubarlo.
Una frase in coda, una scena sul tram, un appunto al semaforo.
Non per forza belle, non per forza giuste. Ma vere.
Perché scrivere non è aspettare l’ispirazione. È non farla scappare.

Certe cose, Vasco, le ha dette meglio di tutti:

Le canzoni son come i fiori...

E allora scrivile adesso. Prima che spariscano e non ritornino più. 


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