👁️ I tratti che raccontano



Vengo da una terra dove bastava un segno, un dettaglio, per riconoscerti per sempre.
Ti chiamavano Baffino, Luna (per la testa grossa), Merlino (per le gambe secche) e nessuno chiedeva altro.
Era il modo in cui il corpo parlava prima del nome.

Quando scrivete un personaggio, pensateci.
Non servono due pagine di descrizione; bastano due tratti, ma giusti.
Quelli che fanno immaginare una persona. Quelli che la dicono.

Magari ha una fronte sempre aggrottata. O le mani piccole e nervose.
Magari ha una voce rauca anche quando è calmo.
Non descrivetelo come se steste facendo l’identikit per la polizia.
Fatelo vivere attraverso un dettaglio che resta.

E metteteci qualcosa di vostro.
Il mio protagonista ha gli occhi grandi, color nocciola. Perché so cosa significa avere quegli occhi: come si muovono, come si abbassano, come si espongono.
Faccio fatica per esempio, a scrivere di troppo belli. Non so cosa si prova a essere belli, a essere guardati con desiderio appena si entra in una stanza. Non ne ho nemmeno frequentati di belli. Non mi verrebbe naturale raccontarlo.
Ma so cosa si prova a cercare di farsi guardare. E questo sì, posso scriverlo.

Quando scegliete un tratto fisico, sceglietelo per quanto sapete su quel tratto.
E lasciate che sia lui, da solo, a raccontare il resto.


📎 Esercizio
Descrivi un personaggio usando solo tre dettagli fisici. Niente altro.
Poi scrivi una riga su cosa dice di lui ognuno di quei dettagli.
Rileggi. Funziona? Lo vedi?


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